Juric:"Non siamo una grande squadra,ma lavoriamo tanto" - IL TORO SIAMO NOI
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Juric:”Non siamo una grande squadra,ma lavoriamo tanto”

Ivan Juric,in conferenza stampa ha presentato la gara con il Monza, che si disputerà domani alle 15 allo stadio Grande Torino Olimpico.

L’Infortunio di Schuurs e la squalifica di Singo, quanto le complicano i piani per domani contro il Monza che ha nelle ripartenze uno dei suoi punti forti?
“Il Monza gioca bene a calcio e più delle ripartenze domina. Hanno giocatori completi. Singo otnerà la prossima partita e Schuurs speriamo anche”.

Schuurs può già rientrare?
“E’ una roba da poco la sua, la tempistica è più o meno per la prossima. Zima torna da dove sta facendo il recupero domani, Radonjic ci vuole ancora un po’, mentre Aina tornerà la prossima settimana”

Superga è stata una grande emozione?
“E’ una grande emozione vedere così tanta gente, è stato emozionante per Buongiorno”

Si aspettava un fine campionato così avvincente e con una grande lotta per l’8° posto?
“Saranno cinque battaglie, sono estremamente soddisfatto del nostro cammino. Ora bisogna mantenere questa intensità mentale e fare il massimo, se perdi però si vedono i difetti. Dobbiamo credere in ciò che stiamo facendo, mettendoci grande determinazione come Buongiorno quando ha fatto il gol . Siamo andati oltre le mie previsioni per come eravamo partiti tra mille domande. Vedo una grande crescita da quando è arrivato Ilic, sarebbe un peccato non sfruttare questo momento e dobbiamo dare il massimo”

Come tanti risultati altalenanti?
“Non siamo una squadra da Europa. Ma non sono d’accordo perché abbiamo sbagliato poche partite e siamo stati sempre al massimo. I risultati sono stati altalenanti perché non siamo una grande squadra, altrimenti saremmo con la Juve, il Milan e le altre”

Miranchuk spesso fa la differenza.
“Sta facendo bene con le sue caratteristiche e ha fatto tante belle cose. Lo vedo felice, sorridente e questo è un segnale che sta bene e spero sia determinante. Ci sono giocatori che hanno un passato difficile a causa degli infortuni e bisogna stare attenti a dosarli, senza andare oltre. L’altro giorno mi è piaciuto molto Seck, ha fatto belle cose a Genova”

L’attacco è al completo con Sanabria e Pellegri: come li gestirà?
“Sanabria è il nostro attaccante di riferimento e con al Samp poteva fare due gol. Pellegri deve ritrovare la condizione migliore”

L’anno prossimo che tipo di gioco potrebbe fare?
“Non ci penso, sono troppo concentrato sul presente. Non posso rispondere, penso solo a queste partite”

Ci presenta il nuovo giovane portiere Popa?
“Non lo conosco”

Si fida quindi degli osservatori?
“Ognuno fa il suo”

In trasferta siete da Champions, ma in casa no: come mai?
“Non ricordo l’anno scorso, ma forse avevamo fatto meglio in casa. Noi puntiamo a giocare sempre nello stesso modo, non ho mai preparato una gara diversamente perché giocavamo in casa o fuori. Quest’anno va meglio fuori casa, ma non credo ci siano problemi in casa”

Ci racconta qualche aneddoto sul suo amico Palladino?
“Abbiamo giocato insieme e poi l’ho portato a Crotone verso novembre e ha fatto una decina di partite di livello assoluto tanto che siamo saliti in A. C’è amicizia e stima, condividiamo le idee e sta facendo benissimo. Può arrivare in alto, tutti noi di Gasperini arriveremo in alto. Anzi, siamo già in alto: è uno stile di gioco che porta frutti”

Come mai faticate a recuperare quando andate in svantaggio?
“Io voglio vincere, se recupero o lo faccio subito non mi ossessiona”

Avete avuto tanti infortuni muscolari: come se lo spiega?
“E’ una tematica che mi ossessiona e mi piace analizzare l’andamento di un infortunio per capire come arriva. La prima cosa è il cambio di metodo di lavoro, un po’ come Praet l’anno scorso. Se prendi giocatori che hanno avuto problemi in passato ci sono possibilità che si stirino. Possiamo crescere per vedere il recupero di un giocatore, ma ci sono annate in cui lavori il triplo e non succede niente e poi come in questa che lavori di meno e hai più infortuni. E’ importante anche la fisicità del giocare se gli permette l’alta intensità e se può andare oltre. Dobbiamo fare meglio quando prendiamo i giocatori e vedere chi stiamo prendendo e che capacità ha per giocare ad alta intensità. E’ una parte fondamentale dello sport, ma c’è anche la componente del caso: a volte non puoi fare di più anche se controlli tutto. Spesso si parla di allenamenti intensi, io penso che questi concetti abbiano distrutto migliaia di ragazzi non permettendo loro di crescere. In altri sport si lavora molto di più, anche se nel calcio si dice che si lavora tropp, ma non è vero. Dobbiamo perfezionarci e diventare più scientifici per capire meglio”

Ha la tentazione di fare lavorare di più i giocatori?
“A Verona li ammazzavo, il volume di lavoro era 50% di più di quest’anno e non abbiamo mai avuto problemi, a parte Kumbulla che aveva fastidi alla schiena, ma poi questo a gennaio lo abbiamo risolto. Vedendo gli altri campionati, qui siamo a livelli bassi di scienza e nel capire i recuperi. Siamo indietro, specialmente i giovani li stiamo buttando via. Dovrebbero lavorare il triplo e in modo più individualizzato. Ad esempio, Rodriguez è un giocatore che passa tre ore al giorno dal fisioterapista: per me è un allenamento, ma per mantenersi a questi livelli deve fare così. Io gli tolgo sempre qualcosa di lavoro, ma fa sempre lavoro individuale per mantenere la sua forma. E noi dobbiamo andare verso l’individualizzazione del lavoro. Bisogna migliorare su questo”.

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