Infortunio Schuurs,parla il chirurgo:"Non bisogna affrettare i tempi di recupero" - IL TORO SIAMO NOI
Infortunio Schuurs,parla il chirurgo:"Non bisogna affrettare i tempi di recupero" - IL TORO SIAMO NOI

Infortunio Schuurs,parla il chirurgo:”Non bisogna affrettare i tempi di recupero”

Perr Schuurs è fermo ai box dopo la rottura del crociato rimediata contro l’Inter. Il difensore granata, uno dei top della scorsa stagione al Fantacalcio, si è dovuto fermare a causa del brutto infortunio degli scorsi giorni ed è stato sottoposto ad operazione. Ma quando sarà possibile rivederlo in campo?

Rientro Schuurs, parla il dott. Zaffagnini

A svelarlo ci ha pensato il chirurgo Zaffagninidottore che l’ha operato per provare a rimetterlo in piedi il prima possibile. In una lunga intervista rilasciata a Tuttosport ha svelato i dettagli dell’intervento chirurgico ed i tempi di recupero. Di seguito le sue dichiarazioni:

“L’intervento è perfettamente riuscito, nei modi e nei tempi previsti. Poco più di mezz’ora. Ricordo con piacere il sorriso sulle labbra di Schuurs, a posteriori: sereno e fiducioso. Adesso il ragazzo deve avere pazienza, però. Come spesso accade quando si rompe il crociato, un evento molto traumatico, si era prodotta anche una lesione al menisco mediale, parzialmente strappato dalla capsula. Ho risolto la questione applicando due punti di sutura, come sempre in questi casi. Una cosa di 10 minuti, abbastanza normale. Ho recuperato il tessuto necessario dalla parte tendinea del muscolo gracile e del semitendinoso, che si trovano nella coscia. Altri colleghi usano invece il tendine rotuleo, per esempio. Oppure il tendine del quadricipite”.

Sul recupero

“Se tra circa due settimane Schuurs potrà iniziare la rieducazione? Esatto. In questo primo periodo per 10, 15 giorni è opportuno che il ragazzo esegua pochi esercizi e lasci l’articolazione soprattutto a riposo, per favorire la cicatrizzazione delle zone trattate e la stabilità dei punti di sutura. Indispensabile è l’uso delle stampelle, ovviamente. A un paio di settimane dall’operazione, invece, l’olandese potrà cominciare ad aumentare il carico, seppur molto, molto gradualmente. E potrà man mano piegare il ginocchio anche fino a 120, 130 gradi, sottoponendosi a massaggi riabilitativi e utilizzando la cyclette, sempre molto funzionale in questi casi: si azzerano i rischi e l’articolazione viene progressivamente rimessa in moto, diciamo così. Dopo una ventina di giorni sarà opportuno iniziare anche il lavoro in acqua, in piscina: un’altra condizione ideale per chi deve recuperare dopo traumi e interventi chirurgici di questo tipo. Da vedere se in questo periodo il ginocchio gonfierà: nel caso, sarà meglio attenuare temporaneamente il lavoro. Al di là delle terapie, dei sistemi riabilitativi scelti e dei macchinari adottati in palestra, va detto che la regola più importante di tutte resta riprendere la mobilità dell’articolazione senza mai forzare. Senza eccessi, che sarebbero solo pericolosi e controproducenti. Questi sono anche stati i miei suggerimenti subito impartiti al giocatore e condivisi con il medico del Torino che ha seguito con me l’operazione, il dottor Corrado Bertolo”.

E ancora: “Potrà recuperare sempre più e meglio il movimento del ginocchio. Anche il recupero muscolare e articolare sarà maggiore. Tutto dovrà andare di pari passo, per una perfetta guarigione. Un altro passaggio chiave sarà dopo il terzo mese: sul campo, iniziando con una corsa leggera. Sempre aggiungendo qualcosa, successivamente: piccoli scatti, poi più lunghi, quindi anche i primi esercizi sui cambi di direzione. Tutto dovrà essere graduale. Tra il quinto e il sesto mese lo vedrò ancora una volta, gli farò una risonanza. Se l’esito di questo esame lo consentirà, Schuurs potrà anche cominciare ad allenarsi con i compagni, ovviamente sempre in modo molto controllato e ridotto, all’inizio. Come ho detto prima: aggiungendo man mano qualcosa. E in questa fase sarà anche molto utile analizzare le accelerazioni articolari, per comprendere esattamente il processo di riatletizzazione”.

Sui tempi di recupero

“Tra sette e otto mesi: è la media tra i professionisti di questo livello. Qualcuno, come Gabbiadini, che operai io, tornò in campo già dopo 6 mesi e mezzo, segnando persino. Ma sono casi limite, rari. Può sembrare paradossale, ma se si è giovani e si sollecita troppo l’articolazione, il rischio di una nuova rottura sale fino al 30%, mentre se si ha un’età maggiore la percentuale scende. E l’olandese del Torino ha soltanto 23 anni. Rientro a luglio? Assolutamente sì. Mi sono anche raccomandato con Schuurs: tu sei giovane, gli ho detto, e molto spesso i giovani tendono a strafare, pur di tornare a giocare una partita. Ebbene, dammi retta: anche quando ti potrà sembrare di aver compiuto dei progressi eccezionali e ti sentirai ultramotivato ad accelerare ben oltre i protocolli previsti, procedi sempre gradualmente, un passo dopo l’altro. E non forzare in modo sbagliato il tuo corpo”.

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