Cairo da New York:”Non posso entrare in politica”
Urbano Cairo ha parlato al Corriere della Sera da New York dove si trova in questi giorni per un incontro organizzato dalla GEI, Gruppo esponenti italiani. Il presidente granata ha parlato del futuro di Mediaset e che non ha interessi per scalarla dopo la morte di Silvio Berlusconi.
“Mediaset non è contendibile. Io credo che Piersilvio e Marina Berlusconi, anche se non ne ho parlato con loro, abbiano tutta l’intenzione di tenere l’azienda e non la vogliano minimamente vendere. È una non issue, così come Mondadori. Mediaset è posseduta dalla famiglia Berlusconi al 50% e una quota maggiore in termini di diritti di voto. L’azienda va bene, guadagna, non c’è motivo di vendere un asset o l’altro. Io credo non succederà nulla”.
Sulla sua presunta volontà di entrare in politica, Cairo ha replicato: “L’ho già detto prima di scalare Rcs e anche dopo a maggior ragione. Nel momento in cui hai un gruppo che fattura più o meno un miliardo e trecento milioni, con 4500 dipendenti, 4500 collaboratori, quindi grossomodo diecimila famiglie che sono in qualche modo connesse a questo gruppo, secondo me prima di pensare a cose diverse come la politica devi pensare a questo gruppo, a farlo andare bene, ad avere responsabilità. Ecco perché io credo sia una cosa completamente impossibile. Non voglio dire che la politica non mi piace, però è una cosa che non posso fare”.
Infine c’è stato anche spazio per parlare di diritti tv nel calcio, questa volta in veste di presidente di calcio: “Oggi credo che non dobbiamo preoccuparci. Non ci aspettavamo di trovare nelle buste chissà quali valori. Si sapeva che ci poteva essere una componente negoziale, dobbiamo fare attenzione ma non avere preoccupazioni. Il campionato italiano è vivo e vitale. Abbiamo perso terreno ma possiamo recuperare”.
Cairo ha poi aggiunto quanto sia importante scegliere un contratto quinquennale, e non più triennale: “È un elemento importante, perché permette di avere un orizzonte in più”.