Robaldo: i dettagli del progetto del Toro
Sono trascorsi quasi tre anni dall’8 marzo 2016, giorno in cui il Torino si aggiudicò ufficialmente il bando per la concessione del Robaldo. Un’area di 51mila metri quadrati, alla periferia Sud del capoluogo sabaudo, individuata dal club di Urbano Cairo come ideale per far sorgere una vera e propria “Coverciano granata“. E dopo un infinito iter politico-burocratico, finalmente, il progetto sta per tradursi in realtà. Nella giornata di lunedì è infatti arrivata l’approvazione dello schema concessorio anche da parte del Consiglio Comunale, ultimo gradino prima della stipula del contratto tra le parti. Che permetterà al Toro di ricevere le chiavi dell’impianto e, a seguire, di cominciare i lavori.
Secondo un progetto che prevede investimenti per circa 4 milioni di euro e tempi di realizzazione intorno all’anno: con il via alle operazioni entro i prossimi 3-4 mesi, l’impianto potrà dunque essere inaugurato per la stagione 2020/2021. Quando in strada Castello di Mirafiori sorgeranno cinque terreni di gioco tutti in sintetico, ma non soltanto: il piano prevede la costruzione di nuovi spogliatoi, palestre, uffici, sale mediche, una sala riunioni e anche un’area riservata alla ristorazione. A fronte di una concessione dell’area trentennale, che prevede un canone annuale di 13.762 euro per la parte sportiva e di 7.949 euro per la parte commerciale.
Una volta ultimati i lavori, il centro del Robaldo accoglierà l’attività dell’intero settore giovanile granata, dalla Primavera fino all’Under 14, mentre è ancora al vaglio l’ipotesi di ospitare anche le annate della Scuola Calcio. Per quello che diventerà il polo unico del vivaio granata, con il dichiarato obiettivo di forgiare in casa i talenti della prima squadra di domani. Una politica che negli anni ha esaltato il lavoro del club di via dell’Arcivescovado e che anche oggi porta i suoi frutti: basti pensare a Pariginied Edera in Serie A, basti pensare all’astro nascente Millico. Figurarsi in futuro con un Robaldo in più.