Abodi,Credito Sportivo:"Venti piazze pronte per lo stadio di proprietà ma il quadro è desolante" - IL TORO SIAMO NOI
Abodi,Credito Sportivo:"Venti piazze pronte per lo stadio di proprietà ma il quadro è desolante" - IL TORO SIAMO NOI

Abodi,Credito Sportivo:”Venti piazze pronte per lo stadio di proprietà ma il quadro è desolante”


Dalle colonne de La Gazzetta dello SportAndrea Abodi, ex presidente della Lega di Serie B oggi alla guida del Credito Sportivo, ha fatto il punto sulla realizzazione di impianti di proprietà in Italia. Ecco uno stralcio delle sue dichiarazioni: “I nostri club sono pronti? Vi rispondo con un elenco, da Nord a Sud: Venezia, Vicenza, Verona, Cremona, Brescia, Bergamo, Milano, Genova, Bologna, Firenze, Empoli, Pisa, Cagliari, Ascoli, Terni, Perugia, Roma, Pescara, Lecce, Cosenza. Venti piazze che hanno messo nella propria agenda delle priorità il tema delle infrastrutture. Alcuni sono progetti avanzati, altri stanno muovendo i primi passi. Alcuni prevedono abbattimenti e ricostruzioni, altri “solo” profonde rigenerazioni. Nel complesso, valgono potenzialmente due miliardi di euro”.

“Il quadro è desolante, da diversi punti di vista. Il fresco rapporto dell’Uefa ha certificato come la Serie A disponga di soli tre stadi di proprietà dei club, una percentuale misera se paragonata a quella della Premier (15 su 20 club), della Bundesliga (9 su 18), della Liga (16 su 20), ma anche della Scozia (9 su 12) e dell’Irlanda del Nord (7 su 12) – si legge -. La proprietà dell’impianto, in realtà, è un falso problema. Ci possono essere differenti modalità di utilizzo da parte delle squadre: il discrimine sta nello sfruttamento dello stadio, in termini economici e di fidelizzazione del pubblico, che solo attraverso un ripensamento infrastrutturale è possibile”.

“L’ipotesi di candidarsi all’organizzazione degli Europei di calcio del 2028 non può essere il presupposto per un serio piano di rilancio delle nostre infrastrutture, ma una conseguenza. Tra quattro anni, quando si assegneranno gli Europei, dovremo presentarci all’Uefa con delle certezze, altrimenti commetteremo l’errore di sempre”. Lo spiega Andrea Abodi, da 15 mesi alla guida dell’Istituto per il Credito Sportivo, la banca pubblica che di fatto tiene in vita l’impiantistica sportiva del Paese. “Il presupposto imprescindibile è la firma di un patto tra Governo, Comuni, istituzioni sportive e sistema bancario, con il Credito Sportivo in prima fila. C’è un’agenda sicurezza? Ci vuole anche un’agenda infrastrutture – puntualizza Abodi -. Ci vuole innanzitutto una regia governativa, perché ora manca la cornice. Sto parlando di interventi legislativi e misure finanziarie che sostengano i club: contributi in conto interessi o bonus fiscali, misure che darebbero un impulso concreto. Mi auguro che la lega maggiore ragioni da… lega, e capisca al più presto che un piano di sviluppo delle infrastrutture sportive è innanzitutto il suo progetto, anche perché rappresenta un tema centrale nel processo di creazione del prodotto e della prospettiva di crescita dei ricavi. Anche qui, serve una politica di sistema, con due premesse. Ogni giorno trascorso in uno stadio vetusto costa molto più di una rata del mutuo per ristrutturarlo; e in tutta Europa, qualunque club abbia sviluppato un serio progetto infrastrutturale, ha almeno raddoppiato i ricavi da stadio”.


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