Il formato della Coppa Italia è una vera tristezza - IL TORO SIAMO NOI
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Il formato della Coppa Italia è una vera tristezza

Inutile girarci intorno: la Coppa Italia è senza dubbio la competizione nazionale meno allettante d’Europa, per usare parole gentili. Lontana anni luce, in termini di appeal, dalle coppe nazionali dei top 5 campionati europei.

Il format, negli anni, è stato leggermente ritoccato ma mai completamente rinnovato. A oggi partecipano soltanto 44 squadre (20 di Serie A, altre 20 di Serie B e appena 4 di Serie C), un numero esiguo se comparato a quelle delle altre coppe nazionali europee.

Inoltre, le migliori otto squadre della Serie A entrano a far parte della competizione soltanto dagli ottavi di finale in poi, giocando la propria partita sempre in casa, un altro aspetto totalmente in contraddizione con lo spirito e il format accattivante che ci regala ogni anno la FA Cup, la vera regina delle coppe nazionali.

La storica Coppa d’Inghilterra è stata presa come esempio da Germania, Francia e Spagna, ma mai dall’Italia. La nostra coppa nazionale è rimasta sempre indietro. E continua ad esserlo, senza la minima volontà di rinnovarsi, nonostante la competizione cominci a suscitare un vero interesse soltanto dai quarti di finale in poi, dove puntualmente arrivano sempre e solo le big di Serie A, salvo qualche rarissima ma obiettivamente indimenticabile eccezione (l’Alessandria semifinalista nel 2016).

Ogni anno, quando inizia la Coppa Italia e quando si giocano le imperdibili partite infrasettimanali delle 15.00 ci si chiede il perché. Ci si chiede il perché non si possa rinnovare una competizione che, stagione dopo stagione, ha senso di esistere solo per quelle quattro-cinque partite (compresa la finale). Ci si chiede perché in Italia non si possa avere qualcosa di simile alla FA Cup, irraggiungibile in termini organizzativi ma comunque sicuramente emulabile nel nostro piccolo.

Goal.com

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