È morto Beppe Barletti,storico volto del giornalismo torinese

Era il volto torinese – all’inizio rigorosamente in bianco e nero – di «90° minuto», la celebre trasmissione televisiva inventata da Paolo Valenti e da Maurizio Barendson nel 1970. Quella che, un’ora dopo la fine delle partite della domenica, proponeva i «riflessi filmati» di tutti i match. Tranne di quello che sarebbe andato «in onda» (soltanto un tempo) dalle 19,15 alle 20, sul primo canale.
Un calcio diverso, meno spettacolare e poco chiacchierato. Le note di colore arrivavano proprio da coloro che garantivano i collegamenti dalle varie sedi Rai. E Beppe Barletti, classe 1928, era stato uno di questi sin dai primi anni del programma. Lui seguiva soprattutto la Juve, ma all’occorrenza anche il Toro, alternandosi con il concittadino Cesare Castellotti e, prima ancora, con Andrea Boscione.
Il giornalista di padre leccese è morto oggi, sabato 30 maggio. Aveva 91 anni. Era andato in pensione nel 1993, e sino a non troppo tempo fa lo si incontrava al Circolo della Stampa Sporting, con le immancabili bretelle, a parlare di calcio con gli amici e i colleghi di un tempo lontano. Ma anche di quando, da ragazzo, giocava prima nelle giovanili del Lecce, e poi – a Torino – nel Vanchiglia e nel Bertolla. Ad un certo punto la Pro Vercelli aveva puntato gli occhi su di lui, ma la famiglia aveva preferito che continuasse gli studi.

La carriera giornalistica
Barletti era entrato in Rai dopo aver imparato il mestiere in piccole testate torinesi. Iniziando da «Il Piccolo Commercio», giornale dei venditori ambulanti del mercato torinese di Porta Palazzo. Un inizio di cui andava fiero: «Mio padre era uno di loro, un mercatale. E se sono diventato giornalista, lo devo anche a lui». Dopo quell’esperienza era approdato come collaboratore a Stampa Sera dove aveva lavorato per sette anni, quindi nel 1967 era entrato in pianta stabile alla Rai di Torino. «Il merito era stato di Gino Rancati, un grande del giornalismo torinese. L’unico che dava del tu ad Enzo Ferrari», ricordava agli amici.
Non solo sport
Durante una carriera giornalistica durata quarant’anni, Barletti si era occupato di altri sport oltre al calcio. Ad esempio di automobilismo, atletica e basket. Tra i suoi servizi più significativi, l’intervista a Chris Barnard, il primo chiururgo del mondo ad effettuare un trapianto di cuore. E aveva seguito in prima persona per la Rai anche il caso di cronaca nera di Doretta Ganeris, la giovane che aveva sterminato la famiglia a Vercelli. In un’intervista rilasciata qualche anno fa, aveva raccontato: «Ricordo il momento in cui entrai in quella casa dove erano stati uccisi marito, moglie, figlio e nonna, e la ragazza dallo sguardo perso nel vuoto. Le prime parole che mi aveva rivolto il tenente Fornasier erano state: “Non si faccia prendere dalla compassione, Barletti, l’assassina è lei”».

Fonte La Stampa