Caso Suarez: i "non ricordo" di Agnelli e l'arroganza di Paratici.Sempre più stile Juventus - IL TORO SIAMO NOI
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Caso Suarez: i "non ricordo" di Agnelli e l'arroganza di Paratici.Sempre più stile Juventus - IL TORO SIAMO NOI
Caso Suarez: i "non ricordo" di Agnelli e l'arroganza di Paratici.Sempre più stile Juventus - IL TORO SIAMO NOI
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Caso Suarez: i "non ricordo" di Agnelli e l'arroganza di Paratici.Sempre più stile Juventus - IL TORO SIAMO NOI

Caso Suarez: i “non ricordo” di Agnelli e l’arroganza di Paratici.Sempre più stile Juventus

Continua a far molto discutere il caso dell’esame farsa sostenuto da Luis Suarez a settembre 2020 che gli avrebbe dovuto garantire la possibilità di ottenere la cittadinanza italiana.

Nel corso delle ultime ore infatti, sono stati rivelati noti non solo alcuni stralci dei verbali dell’interrogatorio con il quale il presidente della Juventus, Andrea Agnelli, ha di fatto addossato la responsabilità dell’azione a Fabio Paratici, ma anche moltissimi tra i messaggi che lo stesso ‘Managing Director dell’Area Football’ del club bianconero si è scambiato con alcuni dirigenti della Juve.

Come riportato dal ‘Corriere della Sera’, tra gli sms rintracciati sul telefonino di Paratici ce ne è uno dello scorso 3 settembre con il quale Paratici risponde a Maurizio Lombardo, all’epoca segretario generale del club bianconero, che gli dà conto di come per quella giornata non sia stato possibile fissare un appuntamento con la Prefettura di Torino per avere delle informazioni.

“La prefettura ha confermato che oggi non mi poteva ricevere. Dina sta cercando di fissare per domani mattina!”.

A questo punto la risposta di Paratici è piuttosto seccata.

“Siamo la Juve e non ci riceve la prefettura”.

Tra le decine di chat WhatsApp, mail e sms allegati agli atti dell’inchiesta della magistratura di Perugia che svelano come in quei giorni si mossero i protagonisti della vicenda, ci sono anche i messaggi dell’allora Ministra dei Trasporti, Paola De Micheli, che stava cercando di aiutare Paratici, suo amico d’infanzia, nella procedura per far ottenere la cittadinanza italiana all’attaccante.

Il successivo 7 settembre, Paratici si scambia dei messaggi con un altro manager della Juventus.

“Se riesci 16,15 vieni al jtc che ti parlo di Sarri e Higuain… magari ci colleghiamo anche con Gabasio”.

Il manager risponde che ci sarà, così da trovare il modo di allinearsi su Suarez.

“Sì si vengo così ci allineiamo su Suarez… 5 minuti e sono lì… Cesare non risponde… Credo abbia qualcosa con Eca… io ce l’ho domani dalle 10 alle 14”.

In una chat l’avvocatessa Turco annuncia invece che è stata deliberata la sessione d’esame alla quale Suarez dovrà prendere parte.

“Hanno deliberato la sessione esame del 17 come sdoppiamento di quella del 22 per evitare assembramenti. Pertanto la sessione non sarebbe solo per il ragazzo. È quindi chiaro che se non si presenta in quanto non va in porto il tesseramento non ci sono problemi. Mi sta per chiamare la responsabile dei corsi. Lo organizzo facendo mandare la richiesta dall’avvocato spagnolo in nome e per conto del calciatore. Vi aggiorno. M.”.

E’ invece del 29 agosto un ulteriore messaggio che viene rintracciato sul telefono di Paratici.

“Sono in un posto dove non prende ti chiamo alle 22 per Suarez”.

Il giorno successivo riceve un messaggio al quale seguono delle risposte.“Fabio la mail per Ivan è pronta… la mando?”.

“Manda a pres e a Ivan”.

“Al Pres l’ho mandata 1 ora fa… Adesso la mando a Ivan ok? sei in entrambe le mail in copia”.

“Ok”.

“Mandata”.

Ecco il famoso stile Juventus…

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