Moretti:"CR7?Non si vince solo con i nomi,noi dobbiamo pensare ad altro" - IL TORO SIAMO NOI
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Moretti:”CR7?Non si vince solo con i nomi,noi dobbiamo pensare ad altro”

Dovesse Cristiano Ronaldo nel derby come lo affronterebbe?

“Siamo due ultra trentenni estremamente diversi: uno è normale e l’altro no. Per Ronaldo parlano i numeri e non so se giocherà in Italia, ma è da tanti anni in Italia che mancano giocatori di questo tipo ed è un bene per il nostro calcio. Il calcio italiano da qualche anno ha perso qualche cosa e purtroppo non siamo al Mondiale, ma è il nostro è sempre il calcio italiano e dobbiamo dare ai giovani la fiducia che si può migliorare”.

Non crede che l’arrivo di CR7 aumenterà il divario fra la Juventus e le altre squadre?

“Le squadre non si fanno con i nomi e all’inizio ce ne sono cinque che possono vincere lo scudetto e dieci che possono andare in Champions e le altre in Europa League, ma quello che conta è il campo con i suoi risultati”.

Chi l’ha colpita di più fra i ragazzi che si sono allenati con lei ieri?

“Erano tutti ragazzi che conosco e so perfettamente ciò che possono dare”.

Che impatto può avere il personaggio Rolando in particolare con il Torino?

“Non credo che il Toro debba pensare che Ronaldo e non so se andrà alla Juve. Noi dobbiamo pensare ad altro”.

Forse quest’ anno c’è un po’ meno entusiasmo intorno a voi. Ha avuto questa sensazione?

“Il Toro ha intrapreso l’anno scorso una nuova tipologia di lavoro con l’arrivo di Mazarri e questo lavoro che abbiamo fatto è importante per partire con questo ritiro con cose già affrontate e ci consente di guadagnare tempo. Personalmente non sono uno al quale piace fare proclami e promesse, ma credo fortemente che attraverso il lavoro quotidiano si può raggiungere qualsiasi tipo di risultato. L’obbligo per ogni squadra è quello di raggiungere il proprio massimo e poi sarà il campo a decretare dove si può arrivare. Il lavoro che faremo a Bormio sarà importante anche per la creazione della mentalità”.

C’è rimpianto per la scorsa stagione o ci sarà se il Milan non accederà all’Europa League e ci andrà la Fiorentina che ha chiuso il campionato con soli tre punti più di voi?

“I rimpianti lasciano il tempo che trovano. Abbiamo fatto 25 punti all’andata e 29 al ritorno ed è probabile che quello fosse il nostro livello. Non credo quindi che ci siano rimpianti, ma piuttosto la consapevolezza del lavoro fatto nel girone di ritorno. Lavoro che dovrà essere un punto di partenza per quest’anno. I Mondiali che stiamo vedendo sono la conferma che gli squadroni e i nomi importanti non bastano”.

Nello sport le motivazioni contano tanto, quali sono le sue?

“Le motivazione sono tante, ma non sono tutto altrimenti chiunque segnerebbe cinquanta gol a campionato. La mia motivazione è sempre quella di cercare di essere il più utile possibile. La parola utile apre a discorsi enormi e vale a 360 gradi ed io avendo 37 anni le possibilità si allargano. Non si può dire quante partite giocherò, ma questo vale anche per tutti gli altri compagni e l’allenatore guarda solo al bene della squadra e quindi giocherà chi è più in forma. Ho fra gli obiettivi l’aiutare i giovani mettendo loro a disposizione con umiltà la mia esperienza”.

Che cosa fiuta nello spogliatoio per questa stagione?

“Ieri ho visto con piacere i miei compagni, li ho visti sorridenti e carichi ed è ciò che mi aspettavo e sono contento per come è iniziata la stagione. Dobbiamo lavorare tento e dare il massimo per il bene della squadra e non per noi stessi”.

Quando ha firmato il rinnovo ha avuto la sensazione che fosse l’ultima volta?

“Sì, però è anche vero che era così anche l’anno scorso. Non so come finirà. Sono felice di avere questa possibilità ed è per questo che dicevo che è stata una sorpresa. Ho avuto la possibilità di giocare all’estero e di conoscere culture nuove e tantissime persone e quando smetterò lo accetterò con serenità e con il sorriso”.

C’è un ponte fra il lavoro che era stato fatto con Ventura e quello che state facendo con Mazzarri?

“Fare dei confronti non mi piace e non credo in questo. Per i due allenatori parla il loro curriculum e io ho avuto la fortuna di allenarmi con loro e in entrambi i casi ho avuto la possibilità di imparare tante cose perché ogni allenatore dà qualche cosa e se si ha la voglia e l’umiltà di mettersi a disposizione si cresce e si hanno possibilità.. Se si parte da cinque e si arriva a fine carriera a sei si è fatto poco, ma se parte da uno e si arriva a dieci s è fatto tanto”.

Deve cambiare qualche cosa a livello di mentalità nella squadra?

“Dobbiamo pensare giorno dopo giorno e partita dopo partita senza fare voli, se si cade bisogna rialzarsi E’ attraverso il lavoro che si raggiungono gli obiettivi e nel lavoro giornaliero c’è la parte fisica, tecnica, tattica e mentale. Sono convinto che dando il cento per cento si può crescere”.

La rosa è praticamente la stessa dell’anno scoro di nuovo ci sono Izzo, i ragazzi della Primavera aggregati e in prova Rowan. Se l’anno scorso avete ottenuto il nono posto quanto questo gruppo con il lavoro e con gli eventuali nuovi innesti potrà fare meglio?

“Non lo so dire e per quanto io creda nel lavoro tantissimo altrimenti non avrei potuto pensare di arrivare al Torino a 32-33 anni e continuarvi la mia carriera. Attraverso il lavoro si può migliorare costantemente, ma i risultati in termini di punti dipendono da tante cose anche dagli avversari. Ci sono venti squadre e tante sono forti e importanti e magari hanno anche tante possibilità e alla fine sarà il campionato a dire ciò che si riesce a fare com’è stato l’anno scorso. Quantificare quanto potremo fare credo che sia veramente impossibile”

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