Sulle pagine de La Stampa si analizza l’inchiesta sui conti della Juventus. Il tutto è sulle scritture private tra tesserati e società per definire le modalità di restituzione di 3 mensilità a cui i calciatori avevano rinunciato temporaneamente per via della difficile congiuntura economica nella prima ondata della pandemia. C’è un articolo del codice di giustizia sportiva che aleggia come un convitato di pietra. Recita che «la società che pattuisce o comunque corrisponde ai suoi tesserati compensi, premi o indennità in violazione delle disposizioni federali è punita con un ammenda cui può aggiungersi una penalizzazione di uno o più punti». È uno scenario credibile per la Juventus? Inoltre c’è un mistero tra le maglie di questa traccia investigativa: uno degli accordi intercorsi con un tesserato sarebbe già stato distrutto quando i militari della guardia di Finanza si sono presentati nell’ufficio di un notaio torinese per acquisirlo.
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