4 maggio 1949 - IL TORO SIAMO NOI
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4 maggio 1949


Alle 9,52 del 4 maggio, il giorno dopo aver giocato e perso per 4-3 la partita col Benfica, l’aereo del Torino lasciò Lisbona. Dopo una sosta tecnica a Barcellona, la comitiva puntò decisamente sull’Italia, ove però incontrò pessimo tempo, caratterizzato da forte vento e pioggia. Proprio in considerazione delle difficili condizioni atmosferiche, il pilota dell’aereo decise di scartare gli scali di Milano e Genova e di puntare direttamente verso Torino.

Alle 17,03 dall’aereo giungeva l’ultimo messaggio radio che annunciava il rientro e la prossima conclusione del viaggio. Alle 17,05 dello stesso giorno il terribile schianto contro il muraglione esterno della Basilica di Superga poneva fine alla vicenda terrena e sportiva della più grande squadra mai espressa dal calcio italiano. La notizia della sciagura fece rapidamente il giro del mondo destando lo stupefatto dolore di addetti ai lavori e non, colpiti in maniera terribile dalla ferale notizia. Vista la presenza nella comitiva di due francesi, di un inglese e di un cecoslovacco, essa assumeva veramente una rilevanza internazionale e ad esserne particolarmente colpiti furono proprio i francesi. Alle ore 20 il presidente federale Barassi fu costretto ad espletare il penoso compito di commemorare alla radio i giocatori scomparsi, senza riuscire a portare a termine il compito, causa la commozione che gli serrò la gola.
Nella terribile sciagura, la più grave mai occorsa sino ad allora nel calcio mondiale, morirono tutte le trentuno persone che costituivano la comitiva: i giocatori Valerio Bacigalupo, Aldo e Dino Ballarin, Emilio Bongiorni, Rubens Fadini, Eusebio Castigliano, Ruggero Grava, Guglielmo Gabetto, Ezio Loik, Franco Ossola, Virgilio Maroso, Julius Schubert, Mario Rigamonti, Giuseppe Grezar, Danilo Martelli, Valentino Mazzola, Romeo Menti e Pierino Operto, i dirigenti Rinaldo Agnisetta e Ippolito Civalleri, l’allenatore Leslie Lievesley e il direttore tecnico Anton Erbstein, il massaggiatore Ottavio Cortina, i giornalisti Renato Casalbore, Luigi Cavallero e Renato Tosatti, l’organizzatore Andrea Bonaiuti, oltre all’equipaggio composto dal capitano Pier Luigi Meroni, dal secondo pilota Cesare Biancardi, dal capo marconista Antonio Pangrazi e dal motorista Celeste D’Inca.


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