Il doppio ex Muzzi:”Il Toro deve osare di più,Radice?un padre…”
Sembra ieri, e invece son volati vent’anni o giù di lì. Dal quadriennio di Udine (1999-2003) a quell’urlo dopo il 2-1 con il Toro nella finale del playoff di ritorno di Mantova che spianò la strada verso la promozione in Serie A (primo anno della gestione Cairo). Passando per il gol salvezza segnato l’anno successivo ancora in granata proprio alla sua vecchia Roma. A 47 anni Roberto Muzzi fa l’allenatore, è il vice di Stramaccioni (è stato con lui al Panathinaikos e allo Sparta Praga), sta studiando alla scuola di Coverciano. Logico quindi che analizzi Torino-Udinese non più con gli occhi del grande bomber che fu, ma con la lucidità di un tecnico. C’è solo un attimo in cui le emozioni prendono il sopravvento, ed è quando il discorso scivola su Gigi Radice. “Gli devo tutto, è stato un papà…”, improvvisamente la voce è rotta dal pianto per alcuni minuti. “Radice mi vide un giorno giocare nella Primavera della Roma. Avevo 18 anni, ero sì un ragazzo di belle speranze ma ero uno dei tanti. Con la sua serietà da generale, venne da me e mi disse: “Da oggi tu stai con me, sempre”. Mi prese quando nessuno credeva in me: mi coccolava sempre e ogni mattina mi chiamava per parlarmi. Ero un ragazzo di Roma nato per strada, a 14 anni facevo il carrozziere, avevo una testa un po’ così… Senza di lui non sarei diventato nessuno. Il Toro deve tornare in Europa anche per lui”.
Fonte gazzetta dello sport