Paolo Vanoli in conferenza stampa presenterà la partita con la Roma.
Come sta la squadra?
“Oggi è doveroso partire facendo sentire la nostra vicinanza alla famiglia Lorenzi nel ricordo di Matilde. Da sportivo, da genitore sono cose che toccano profondamente: ci tenevamo io, lo staff, i giocatori e tutto il club. E’ stata una tragedia che un po’ tocca, soprattutto da genitore. Non bisogna essere solo sportivi, ma guardare oltre.
La squadra sta bene. Abbiamo recuperato bene e, come ho sempre detto, quando arrivano risultati positivi, si recupera meglio e più in fretta”.
Dopo l’infortunio di Zapata aveva detto che i giocatori dovevano dare di più e infatti più di uno è andato in gol, Ci sono margini di miglioramento?
“Certamente. Guardo sempre il collettivo in tutte e due le fasi. Per migliorarci, tendiamo a guardare le cose negative e invece oggi, sarà una casualità, ma ho fatto vedere ai ragazzi quanto di buono stiamo facendo e quindi vuole dire che questa è la strada giusta. I processi sono lunghi, non si può cambiare tutto in 45 giorni, ma sono contento di quello che stiamo facendo sapendo che c’è tanto da lavorare”.
Che atmosfera si aspetta all’Olimpico della Capitale dove ci sarà pressione?
“Giocherei sempre in questi grandi stadi dove c’è sempre gente che ti spinge o che ti insulta. Secondo me è la cosa più bella perché dimostra quanta personalità si ha. Domanì, come era successo a San Siro, bisogna entrare in campo per dimostrare la propria personalità con le proprie idee”.
Che insidie ci sono?
“Le insidie di una grande squadra costruita per arrivare a obiettivi completamente diversi e importanti. Soprattutto dovremo stare attenti alle insidie visto che ci sono avversari che possono ritrovare motivazioni importanti giocando davanti al loro pubblico. Bisogna stare attenti a tutto perché è una squadra formata da campioni che possono risolvere le gare individualmente. Dovremo essere bravi a gestire la partita perché all’interno ci saranno molte partite sotto l’aspetto emotivo e dovremo essere bravi a capire i momenti”.
Come stanno Sosa e Ilic visto che sono convocati in Nazionale?
“Sosa domani è con noi, sono contento: abbiamo fatto una valutazione sbagliata del suo infortunio. E quando parlo di mediocrità è anche su questo che bisogna migliorare tantissimo. Faccio i complimenti Borna perché il suo è lo spirito che io voglio: quando gli è capitato l’infortunio è stato lui stesso a voler approfondire quanto accaduto e fortunatamente domani lo avremo a disposizione.
Per Ilic siamo quasi in dirittura d’arrivo. Stiamo facendo gli ultimi test e speriamo che torni per la gara con Fiorentina”.
Quando parla di mediocrità intende la prima valutazione sull’infortunio?
“Sì, dobbiamo imparare a non sbagliare: quando si vuole arrivare ad alti livelli, tutte le aree devono raggiungere uno step successivo. Tutte le aree, io voglio di più da tutti! L’ho sempre detto, sbagliare è umano, ma voglio di più”.
Compreso lo staff e anche la società?
“Tutti, compreso il sottoscritto. Le partite non si vincono solo sul campo, si vincono stando attenti ai dettagli. Fare l’antinfluenzale prima perché ci sono i bambini che hai a casa. Tutti. I dettagli fanno la differenza dal campo all’agronomo, che deve dare di più. Tutti, tutti”.
Come sta Vlasic sotto l’aspetto della tenuta fisica?
“Sta benissimo. Non mi stupisce il suo andamento perché quando un ragazzo sta fuori quattro mesi e rientra non si pretende che sia in forma e abbia soprattutto il ritmo partita. Bisogna farlo giocare per fargli ritrovare il ritmo partita. Sapevo benissimo, come tutti i recuperi la prima partita la fai con grande entusiasmo, la seconda inizi un po’ ad andare giù e poi piano piano riprendi il ritmo normale e diventi decisivo per le qualità che si ha”.
Quindi a che punto è?
“Per me sta sempre bene”.
Ha cambiato gli uomini in difesa parecchie volte, anche a causa di squalifiche e perché alcuni sono arrivati negli ultimi due giorni di mercato e poi sono andati in Nazionale. Ora ha trovato un assetto definitivo o gli uomini in difesa possono variare?
“Entrambe le cose sono funzionali, si può variare anche in finzione degli avversari o delle caratteristiche, come ho detto più di una volta, perché è una squadra che potrebbe giocare con quattro difensori. E può variare nei quinti perché ho giocatori con caratteristiche diverse. Un processo di costruzione non finirà mai dopo dieci partite. Le costruzioni delle squadre forti hanno bisogno di tempo, questa difesa piano piano sta trovando … non solo nella fase difensiva … non guardo solo i quinti, ma tutto perché i centrocampisti contro il Como hanno lavorato male e le punte devono lavorare meglio. Sono tutti meccanismi che dobbiamo ancora piano piano trovare”.
Nel Torino post Zapata gli attaccanti che hanno segnato sono stati Sanabria e Njie, ma manca Adams. Come sta vedendo Adams? Sta soffrendo un po’ la pressione e la responsabilità?
“Non ho mai visto uno scozzese che soffra la pressione, sono stato in Scozia. Sta facendo un grandissimo campionato, non scordiamoci mai che anche lui è un giocatore che arriva da un campionato completamente diverso: tutti pensiamo che qui in Italia, anche se c’è un po’ di crisi, sia facile, ma c’è molta tattica. E la richiesta degli allenatori è molto tattica rispetto alla Premier League o il campionato scozzese. Sono veramente contento di Adams, e sono convinto che sente e vede la porta e farà i suoi gol. Oggi è importante che si metta davanti ad aiutare la squadra”.
Non vorrei essere frainteso, ma non mi riferivo al bilancio stagionale bensì alle ultime tre gare.
“Quando si è fatto male Duvan avevo detto che dovevamo cercare un’altra identità. Quando si ha un giocatore forte avevamo un giocatore forte come Duvan, che fa reparto da solo e sul quale si è costruita la squadra, e poi ci si trova con una squadra alla quale si è tolto il miglior attaccante non è facile. Stiamo ricercando piano piano degli assetti nuovi e ci può stare che un’attaccante possa permettersi di avere una o due giornate senza gol, ma le prestazioni ci sono”.
Secondo lei la società sta crescendo?
“La sto cercando per quanto riguarda il mio contesto. Sono straconvinto che l’unione faccia la forza, i dettagli non passano solo attraverso il campo ma attraverso il quotidiano. E dipende da tutti, da ogni persona io pretendo di più. E io mi metto in prima linea, perché sono il responsabile. Ma stiamo facendo piccoli passi già da quest’estate, anche se la costruzione di qualcosa di importante non avviene in poco tempo”
Pensando anche alle cessioni di Buongiorno e Bellanova, da parte della società ci sono stati ritardi?
“Io ho parlato di altre cose”
Ma c’è ritardo? Magari sulle strutture, dal Robaldo alla scadenza della concessione per il Grande Torino?
“Parlo di ciò che posso controllare. Su quello che non posso, posso dire che si può migliorare. Voi uscite dal discorso, io controllo ciò che posso migliorare. E sono gli ambienti dove lavoro e le persone con cui lavoro. Io non posso controllare cose che non ho in mano. E’ giusto crearsi obiettivi vicini: non posso parlare di stadio o centro sportivo, sono sogni che ci diciamo. E’ come l’obiettivo: posso vincere lo scudetto? A parlare siamo bravi tutti, ma come si raggiunge? E il come si raggiungere sono gli obiettivi brevi. Che sono i tre punti, arrivare alla salvezza, poi l’Europa League…Per arrivare lì, bisogna costruire micro-obiettivi per arrivare al macro-obiettivo. E così si può arrivare al nostro sogno. Io mi pongo sogni, per raggiungerli mi pongo micro-obiettivi: ed è quello che ho detto alla squadra. Il come passa attraverso i miglioramenti, non commettere errori dentro e fuori dal campo, i dottori che devono dare di più. Tutti. Io, gli obiettivi, li raggiungo così”
Come vorrebbe arrivare al dopo derby tra Roma, Fiorentina e Juventus?
“Voglio rivedere la determinazione vista con il Como, oltre alle prestazioni. Nel primo tempo con il Como siamo mancati, nella ripresa siamo stati più fluidi. Dobbiamo essere concentrati a non prendere gol e anche a conquistare i tre punti, oltre a sapere che tutto passa attraverso la prestazione”
Come si gestisce Njie?
“Deve fare ciò che ha fatto fino adesso, poi dipenderà anche dalle persone che gli girano intorno. I giovani hanno sfruttato le loro chances, sono stati bravi, e anche Dellavalle ha fatto gol: è importante anche mettersi in gioco altrove, è un esempio. Ho mandato Balcot, Ciammaglichella e Gabellini in Primavera e hanno perso 3-2, con la Juve non c’erano e hanno vinto. Bisogna lasciare tranquilli i giovani e farli crescere. Njie deve sapere che per noi è un ragazzo importante, ma deve stare con i piedi per terra. E dipende anche da voi. Io è dall’inizio che gli tiro schiaffi (ride, ndr). Come ai miei figli”
In questo mese, ha avuto risposte dalla squadra che dimostrano che ha capito la sua filosofia di gioco?
“Le ho viste, perché è un aspetto di crescita. Bisogna fare uno step per volta: la vittoria contro il Como, per come è arrivata, mi ha fatto vedere questo”
Ricci in cosa deve fare ancora uno step?
“Dipende anche da tutta la squadra…Gli ho fatto vedere cosa deve migliorare: il centrocampista forte è quello che vede subito la giocata davanti, a volte rallenta un po’ e non è così veloce a vedere la palla in profondità. Ma è bello parlare con Ricci, se ne accorge e ne è cosciente”