Mazzarri:”Belotti e Zaza…”
Mazzarri in conferenza stampa presenta Udinese-Toro.
“Andiamo ad affrontarli nel proprio campo, dove hanno vinto con la Sampdoria. Abbiamo preparato il match sapendo che non sarà facile. Dovremo essere bravi a fare in modo svelto con i meccanismi che sappiamo. Servirà attenzione e ferocia per non dare loro coraggio”.
Sulla coppia offensiva: chi tra Belotti, Iago Falque e Zaza?: “Serve che giochino quelli in forma, a seconda anche che la squadra possa reggere i due o i tre attaccanti. Tutto il resto è aria fritta. La Nazionale? E’ una storia per conto suo. Ognuno deve fare le proprie scelte. Mi piace avere l’imbarazzo della scelta. Farò le mie scelte in funzione di quel che è meglio della squadra”.
Sui granata in Nazionale: “Rincon ha fatto molto bene la gara con la Spal, ed è un potenziale titolare per domani anche se devo fare i conti con il rientro dalla Nazionale molto tardivo”.
Sul modulo: “Il 3-4-3 si può fare anche facendo giocare due attaccanti puri o con due trequartisti puri. In che modo? Stando alti o alzando gli esterni. Si gioca in 11+3, con la rosa fatta di 22. Pensate a Baselli e Rincon: erano quasi inamovibili lo scorso anno, con il modulo utilizzato. Ora invece potrebbero contendersi il posto”.
“Arrivando al Toro, i giocatori devono capire di essere sempre in competizione l’uno con l’altro, per alzare la classifica e migliorare i risultati. Ai tifosi del Toro interessa questo. Ho un po’ di esperienza in questo senso: quando un club è riuscito a inculcare questa mentalità è riuscito a ottenere risultati anche migliori delle qualità sulla carta”.
Sul ballottaggio tra Aina e Berenguer: “Ola ha risposto benissimo ma si è fatto male subito perché non ha fatto la preparazione con noi. Non ha tenuto i 90 minuti. E’ convocato, vediamo se giocherà. Berenguer? Se fa quello che faceva Aina, dal punto di vista tattico sarebbe uguale. Ora si guardano solo i punti. Con la Roma abbiamo fatto meglio nel secondo tempo: già possiamo dire di meritare più punti rispetto a quelli che abbiamo”.
Su Parigini: “Gli ho parlato oggi. E gli devo rendere merito: sembrava dovesse andare via e invece è rimasto, accettando la panchina. Ha fatto dei progressi incredibili tattici, è più uomo. Ho provato a inventargli un ruolo, quello di esterno. In attacco siamo intasati e c’è un minimo di gerarchia. Deve avere pazienza, lo tengo in considerazione”.
Sulla squadra di Velazquez: “Così come per i giocatori, a volte ci sono giovani talenti anche tra gli allenatori. Arrivai al Livorno dalla Pistoiese, ero uno sconosciuto, ma vinsi il campionato e poi ho avuto la mia carriera. Io quando studio le squadre penso a come giocano i giocatori, non agli allenatori. L’allenatore secondo deve far rendere i giocatori e non deve farli litigare. Ed è una cosa si può fare a 30 anni come a 50”.