La Stampa riporta le accuse degli investigatori federali ad alcuni club in merito al caso plusvalenze, a cominciare dalla Juventus e dal suo presidente Andrea Agnelli. Dal 31 marzo 2019 alla stessa data del 2021, la società bianconera avrebbe, nella persona del presidente e di altri componenti del Cda tra cui anche Nedved e Arrivabene, “contabilizzato plusvalenze fittizie per 60,3 milioni di euro” ricavate da 32 operazioni effettuate nel tempo prima da Paratici, ora al Tottenham, e dal successore Cherubini.
Nei valori dei singoli affari, avrebbero “indicato un corrispettivo superiore al reale in attuazine di un unico disegno finalizzato a commettere le condotte illecite ascritte al cda della società ” e comunque “a far apparire minori o maggiori perdite”. Ad Agnelli in persona viene contestato di aver “redatto, sottoscritto e approvato le situazioni trimestrali nel lasso di tempo preso in considerazione” e anche di aver “approvato le stesse senza aver espresso dissenso a quelle irregolarità idonee ad alterare i conti sociali”.