Piccoli segnali di unità che fanno la differenza. Gioca il tuo compagno di reparto e tu sei in panchina? Guardi ciò che lui non può vedere mentre è in campo, gli parli, lo consigli. Tra Andrea Belotti e Ciro Immobile è così: sono sempre in ballo tra loro per un posto al centro del tridente azzurro, ma l’amicizia e l’interesse della Nazionale in questo Europeo vengono prima. “E’ una competizione sana, non c’è rivalità – racconta il Gallo in un’intervista a Uefa.com -. I numeri dicono che attaccante straordinario sia Ciro, e come persona è simpatico, un bonaccione, ci troviamo bene perché siamo molto affini”. Col vantaggio – che si parta titolari o meno – di avere suggeritori di grande livello: “Con Insigne e Berardi sai che in ogni azione può esserci l’occasione di fare gol. E dietro ci sono altri giocatori di qualità come Jorginho, Barella, Verratti, ma anche i vari Chiesa e Bernardeschi”.
Entusiasmo, fiducia, spensieratezza. Sono alcune delle parole che ogni giorno aleggiano nel clan azzurro, impegnato a preparare il secondo impegno contro la Svizzera. Belotti aggiunge la parola appartenenza: “Sappiamo tutti quanto sia importante questa maglia, ancor più dopo aver fallito la qualificazione al Mondiale 2018. Sappiamo che abbiamo un dovere, ma anche tanta voglia di riscatto e questo ci serve per tirare fuori sempre qualcosa in più”. Lui, il Gallo, quella maledetta sera a San Siro contro la Svezia c’era, e se la ricorda bene: “Mancini è stato bravissimo perché ha dato serenità e fiducia a tutti i giocatori. In quel momento era una cosa che era venuta a mancare. Poi, essendo anche un grande allenatore, ci ha dato delle idee di gioco, ci ha messi in campo in modo che ognuno possa esaltare le proprie caratteristiche, anche nella giocata individuale. Ti fa proprio divertire quando entri in campo e fai quello che sai fare”.