Cairo su Belotti:”Dovevo venderlo quattro anni fa”
Urbano Cairo, presidente del Torino, ha rilasciato una lunga intervista a La Stampa nel corso della quale ha parlato anche del futuro di Andrea Belotti, capitano granata in scadenza di contratto: “Ci dovrebbe essere un indennizzo per le società che crescono i calciatori e poi li vedono andare via a parametro zero. Belotti lo abbiamo pagato 8 milioni per prenderlo dal Palermo quando nemmeno loro ci credevano più di tanto. Ormai penso che se ne andrà senza lasciarci un euro. Se mi sento tradito? Ci ha dato tanto, noi altrettanto. Forse si aspettava che lo cedessi al Milan quattro anni fa ma non potevamo interrompere quel tipo di armonia. Nel tempo ho capito che se un giocatore vuole partire, è meglio lasciarlo andare: se cambi nella testa i rischi di stress e infortuni aumentano”.
«Già prima del Covid qualcosa non andava, poi è stato, inevitabilmente, peggio. I costi delle società sono rimasti intatti, i ricavi si sono ridotti del 30 per cento. Speriamo le cose migliorino, ma, intanto, gli stadi tornano al 50 per cento della capienza».
Ribadisce il suo favore per i fondi di investimento.
«Nel sistema andrebbe favorito l’ingresso dei fondi, come accade in Spagna e come sta pensando la Francia. Capita anche nelle migliori aziende: si vendono i gioielli di famiglia per riprenderseli quando il peggio è passato».
I giocatori che ruolo occupano?
«Un ruolo che resta centrale. Pensate agli oltre cento calciatori in scadenza di contratto che chiedono sempre ingaggi maggiori e ti lasciano con niente in mano».
Si riferisce anche a Belotti.
«L’abbiamo preso pagando otto milioni, cifra non da poco quando lo stesso Palermo non ci credeva più di tanto. Era l’estate del 2015 e grazie alla pazienza e al lavoro di Ventura, Andrea è diventato Belotti».
Ora rischia di andar via senza lasciare un euro al club. Gli viene chiesto se si sente tradito.
«Lui ci ha dato tanto, noi altrettanto. Forse si aspettava che lo cedessi al Milan quattro anni fa perché al Milan sarebbe voluto andare: non potevamo interrompere quel tipo di rapporto ed armonia. Nel tempo, come ho detto spesso, ho capito che se un giocatore se ne vuole andare è meglio lasciarlo partire: nella testa cambiano e se cambi nella testa rischi anche di andare incontro ad infortuni da stress».
Su Juric:
«Un martello, concreto come pochi. Se non avessi saputo chi fosse e come pensasse non avrei cominciato a corteggiarlo più di un anno fa: di Juric apprezzo il senso del lavoro e le sue forti idee».
E continua:
«Cercare i giovani è la strada giusta e faremo così, anche se servono giocatori esperti. Cercheremo giovani già sul mercato di gennaio e se si creerà l’occasione prenderemo qualcuno ragionando in prospettiva».
Vi siete capiti, dunque?
«Ci siamo capiti e lo vedrete».