Il pensiero di un tifoso:”Il Torino di Cairo è angosciante”
Sapete qual è la cosa che più mi ha atterrito nella serata di ieri sera?
Non è stato il secondo 0-7 casalingo patito in due anni.
Non sono stati il gioco totalmente assente, la mancanza di grinta e di voglia, la rassegnazione nei volti dei giocatori, le lacrime di Sirigu o la deprimente rinuncia volontaria a giocare la partita.
Non sono stati nemmeno i soliti commenti ai quali sono tristemente abituato, quelli per intenderci secondo i quali Nicola ha fatto bene a schierare un po’ di riserve ed a mandare in campo una squadra con lo stesso atteggiamento di un branco di pecore che a testa china si avvicinano sconsolate al macello.
La cosa che più mi ha ferito in senso assoluto è stata la totale assenza di qualsiasi accenno di scuse verso i tifosi da parte di società, allenatore, giocatori.
Come se una umiliazione del genere fosse preventivabile, considerabile, accettabile.
Nessuno che abbia alzato la mano per dire ”al di là della paternità delle colpe ci sentiamo in dovere di chiedere scusa ai nostri tifosi”.
Il Torino FC di Cairo è un tale ghetto di angoscia, miseria e disperazione che la morte sportiva lascia indifferenti, come i cadaveri lungo le strade in uno slum africano: non ci si fa nemmeno più caso.
In fondo la colpa è soprattutto nostra: se anziché pretendere rispetto per noi e la nostra storia ci accontentiamo
di un cerchio dell’amicizia venuto bene, non possiamo pretendere più nient’altro.