Gravina:”Idea final-eight scudetto e riapertura parziale degli stadi”


Il calcio italiano continua a vivere nell’incertezza, quella dei club che non possono ancora contare sugli introiti da stadio: la riapertura al pubblico degli impianti resta al vaglio di chi ha il compito di prendere le decisioni e tutto sarà chiarito tra un paio di settimane con i nuovi dati relativi ai contagi post-apertura delle scuole.
Questo è un tema molto caro a Gabriele Gravina: il presidente federale ha parlato di questo ed anche altro nell’intervista concessa al ‘Corriere dello Sport’. Si parte con la fiducia rinnovata a Roberto Mancini, il cui ottimo lavoro alla guida della Nazionale è sotto gli occhi di tutti.
“Il ciclo che ha aperto va ben oltre il limite contrattuale del dicembre 2022. Ci sono tutte le ragioni per condividere un progetto più lungo. Rinnovo prima degli Europei? Certo, non è necessario aspettare. Mancini ha già vinto. Con la piena condivisione sul progetto, bisogna stringere i tempi”.
Il possibile incarico per Marcello Lippi in federazione non è un argomento di primaria importanza al momento.
“Mettiamola così. Il calcio italiano ha rispetto e gratitudine per tutti coloro che lo hanno fatto grande. Possiamo dimenticare Marcello Lippi? Io credo di no. Con questo spirito la Federazione ha già inserito ex campioni nei suoi ranghi. In tempi medio-lunghi ci sarà anche spazio per un allenatore che ha vinto un campionato del mondo e che può dare un suo contributo. Ma in questo momento l’obiettivo non è all’ordine del giorno. Ci sono altre priorità”.
Nonostante all’estero si stia già sperimentando il ritorno dei tifosi negli stadi, seppur in maniera limitata, in Italia prevale una prudenza mista ad ottimismo per il prossimo futuro.
“Ho molta fiducia nel premier, che ho incontrato con grande piacere. E ho fiducia nei ministri della Salute e dello Sport. Ma la fiducia richiede risposte in tempi brevi. Perché c’è un protocollo di grande qualità, e ci sono tutte le condizioni per una riapertura parziale”.
Parentesi dedicata, infine, al cambio di format che potrebbe subire la Serie A per rendere il torneo più spettacolare fino alla fine e in ogni sua parte.
“Il nostro campionato rischia di perdere pubblico, se in alcune fasi non è più decisivo per squadre che hanno già acquisito un risultato di retrocessione o di salvezza, o di piazzamento. E a quel punto non vale più chi vince o chi perde. Ma uno sport dove non si vince e non si perde non ha senso. Sto lavorando a un campionato diviso in tre fasi, con una final eight per assegnare il titolo”.