Fa sorridere che Cairo consideri un modello Percassi: se parliamo di potenzialità sarebbe come se Rocco Siffredi si ispirasse sessualmente parlando a Massimo Boldi.
Tralasciamo e passiamo oltre…
Negli ultimi anni inutile elencare i successi sportivi, anche se un ripassino veloce non fa mai male: 3 qualificazioni europee di cui una in Champions, una finale di coppa Italia, un terzo ed un quarto posto.
L’Atalanta ogni anno sforna dal suo vivaio almeno 3/4 buoni giocatori di cui almeno un paio verranno poi venduti a peso d’oro.
Con quei soldi, si sono costruiti un centro sportivo fantastico, uno stadio di proprietà, pagano una rete osservatori strutturata e che lavora benissimo, comprano ogni anno giocatori dal peso specifico importante, pagandoli anche cifre di tutto rispetto: basti pensare ai 27 milioni spesi per Duvan Zapata.
Percassi ha costruito tutto questo in meno di 10 anni, da quando prese l’Atalanta con un piede in serie B nel 2010.
Cairo è al Toro da 15 anni e non ha ottenuto un cazzo se non due settimi posti ridicoli ed un ottavo di Europa League insieme a 3 merdosi quarti di finale di coppa Italia, dove nel medesimo periodo persino Siena, Catania, Palermo ed Udinese hanno fatto meglio.
I giocatori del vivaio che hanno fatto fare cassa si contano sulle dita di una mano: non considerando Ogbonna e Barreca, eredità del Toro di Cimminelli, resta giusto Bonifazi, appena ceduto perchè su quelle pippe di Bremer e Djidji non si poteva fare plusvalenza.
Ed il resto? Ed il resto niente: anziché la rete osservatori abbiamo Comi e Milanetto che fanno a gara a chi fa crescere di più la panza, anziché il centro sportivo abbiamo un aborto che chiamiamo filadelfia (con la f minuscola) e che fra l’altro è sempre chiuso.
Anziché lo stadio abbiamo un campo di patate in affitto, anzichè un centro per le giovanili abbiamo la giungla del Robaldo, anziché i giocatori di livello, se si escludono 3/4 eccezioni, abbiamo una rosa di mediocri.
Ma tutto questo perché avviene? Per un allenatore giusto al momento giusto? Per fortuna? Perché Dio non ci vuole bene?
Semplice: Perché un presidente investe e l’altro no…fine.
Perché un presidente ha costruito infrastrutture, mentre l’altro aspetta che qualcuno gliele regali.
Perché un presidente ha investito 10 milioni l’anno nel vivaio e nello scouting mentre l’altro meno di 2 milioni di media.
Perché un presidente ama la sua città, la sua squadra, ama il calcio…mentre l’altro ama solo se stesso.
Cairo non ha mai voluto prendere nessuno a modello: è talmente pieno di boria e supponenza che vuole essere lui l’unico modello da imitare….peccato che a parte i suoi lacchè di corte e 4 bambocci sfigati o anziani rincoglioniti che si mettono il pannolone per paura di cagarsi addosso al solo pronunciare la parola “fallimento” (ops…scusate in anticipo se qualcuno di voi legge: non vorrei avere fatto un danno) oramai tutti hanno capito il bluff…
Dopo 15 anni, se qualcuno ancora crede che esista un progetto differente da quello di una maxi speculazione alla fine del viaggio, farebbe bene a farsi vedere da uno molto bravo.