Lunga intervista all’ex difensore granata e viola Pasquale Bruno, alla vigilia di Toro-Fiorentina per gli ottavi di Coppa Italia. Alla Gazzetta dello Sport sottolinea cos’è stato per lui il Torino, come riuscire a fermare Federico Chiesa e che partita sarà quella di domani sera allo Stadio Olimpico Grande Torino.
Quanto le manca il Torino?
«Pensate come la vita sia strana: io che da bambino ero un tifoso della Juve ho indossato le maglie del Toro e della Fiorentina, le due grandi nemiche dei bianconeri. Ma oggi sono un ultrà del Toro: chi tocca la sponda granata non può restare insensibile a quei colori per la vita».
Cosa le lascia il Toro di oggi?
«Buonissime sensazioni. Solido, forte fisicamente, deve un po’ migliorare nell’impostazione ma in fase difensiva è tra le migliori d’Italia. Speriamo che sia l’anno buono per l’Europa».
Impossibile non chiederle una valutazione della difesa del Toro: a che livelli siamo?
«Ottimi per il calcio di oggi. È molto difficile fare gol a questo Toro: i difensori sono tutti forti fisicamente e bravi. Nkoulou è il migliore, il difensore vero».
Izzo, Nkoulou, Djidji: qualcuno le somiglia?
«No, un Bruno in questo Toro non c’è. E non può esserci: oggi si difende a zona, ieri si marcava a uomo. Il calcio è molto cambiato, ma certe cose non riesco a spiegarmele: non so, per esempio, come David Luiz possa giocare nel Chelsea. Avrei voluto vederlo ai miei tempi marcare gente come Maradona e Van Basten…».
C’è Torino-Fiorentina: come si ferma Chiesa?
«Di reparto, mandandolo all’esterno. È il futuro del nostro calcio: ha talento, è bravo, deve solo stare più in piedi evitando atteggiamenti che rischiano di incollargli etichette fastidiose».
Dopo una pausa così lunga, domani che Toro si aspetta?
«Feroce. Che faccia la partita e attacchi. Si può aprire un ciclo partendo proprio dalla Coppa Italia per puntare all’Europa».
Quando la rivedremo a Torino?
«Presto. Ma non cercatemi in tribuna, il mio posto è nella Maratona».